Le auto del cinema – Dino 246 GT e Aston Martin DBS “Attenti a quei due”

Per le auto del cinema oggi raccontiamo delle mitiche Dino 246 GT e Aston Martin DBS in “Attenti a quei due”.

La storia

Daniel Wilde – impersonato da Tony Curtis, un icona anche per chi ama le auto del cinema – è un milionario statunitense che si è arricchito grazie al petrolio e alle speculazioni in borsa. Lord Brett Sinclair – portato in scena da Roger Moore – è invece un ricco nobile inglese dedito alla carriera sportiva ed alla bella vita. I due s’incontrano in Costa Azzurra, dove arrivano in seguito ad un misterioso invito ricevuto tempo prima. Inizialmente non provano simpatia l’uno per l’altro, rivaleggiando prima lungo le strade della Riviera a bordo delle loro fuoriserie. La sera stessa invece affrontandosi a suon di pugni in un locale notturno che danneggiano pesantemente. Condotti da Fulton, giudice in pensione che ha mandato loro l’invito, gli affida un incarico sotto copertura. Wilde e Sinclair accettano, anche per evitare di dover scontare una detenzione di novanta giorni per i danni provocati durante la rissa. La missione – così come lo saranno tutte quelle future all’interno della serie – è ai margini della legalità, ma giustificata dallo scopo di combattere il crimine.

Quando l’auto ha le controfigure

Attenti a quei due – in inglese The Persuaders! – viene trasmessa nel 1971 e nel 1972 e la sua produzione ha un budget considerevole rispetto alle serie dell’epoca. Le vetture guidate dai due protagonisti non sono delle copie, ma “atterrano” sul set grazie ai rispettivi produttori. Stiamo per parlare di due leggendarie auto del cinema. Da Maranello arriva la Ferrari Dino 246 GT rossa con guida a sinistra – targa MO 221400 – di Danny Wilde, mentre da Newport Pagnell l’Aston Martin DBS gialla con guida a destra – targa BS1 – di Brett Sinclair. La targa della Aston è vera: il reale proprietario di questa, Billy Smart Jr., ne permise infatti l’utilizzo durante la serie.

La supercar italiana fa parte della serie Dino, nome in memoria del figlio deceduto di Enzo Ferrari che aveva progettato il motore V6 che la equipaggia. La sigla 246 indica infatti la cilindrata di 2,4 litri ed il numero di cilindri. La Dino 246 viene prodotta sia in versione coupè (GT) che spider (GTS) dal 1969 al 1973 ed è la naturale evoluzione della precedente 206 la cui carrozzeria è opera di Aldo Brovarone per Pininfarina. Il suo propulsore è il primo V6 montato su un veicolo prodotto a Maranello. Spesso considerata una sorta di baby Ferrari, le sue prestazioni sono in realtà paragonabili a quelli di modelli con motori più frazionati ed il pubblico ne decreta il successo portando a produrre ben 2487 esemplari. La Dino 246 è capace di raggiungere i 235 km/h e di coprire lo scatto da 0 a 100 Km/h in 7,2 secondi.

Altri dati sulla mitica coupé

La DBS rimane in produzione per cinque anni a partire dal 1967. Questa coupé Aston dovrebbe portare al debutto il nuovo motore V8 della casa inglese, ma vari problemi di messa a punto costringono i tecnici ad impiegare inizialmente il vecchio 6 cilindri in linea della DB6. Questa scelta ricade anche nella serie TV dove la vettura di Sinclair – tra l’altro scelta da Roger Moore in persona – monta esteriormente i badge della V8 pur avendo sei cilindri sotto al cofano. Con 282 cavalli, la DBS raggiunge la velocità massima di 227 km/h, considerata modesta per la generosa cilindrata di 3996 cm³. Per ovviare alla carenza di prestazioni, pochi mesi dopo l’Aston Martin lancia anche la versione Vantage, che grazie ai suoi 325 cavalli supera i 240 km/h.
L’Aston Martin è stata venduta dalla casa di produzione al termine delle riprese ed è passata nel tempo di mano in mano; è attualmente di proprietà di un avvocato divorzista e collezionista d’arte. Sulla sorte della Ferrari invece non si sa molto e alcuni addetti ai lavori ritengono possa appartenere a qualche collezionista italiano.

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