Il restauro della carrozzeria – parte 1

Se sei appassionato di auto d’epoca e vuoi cimentarti nell’impresa del restauro della carrozzeria di un’auto d’epoca, devi sapere che si tratta in genere di un lavoro molto complesso. Richiede tempo, pazienza e anche strumenti adatti, tanto più specializzati e professionali, quanto più profondi saranno i danni presenti. Questo implica che raramente anche un “esperto” di fai-da-te sarà in grado di risolvere problemi poco più che banali, quali piccole sostituzioni di parti danneggiate (es. guarnizioni, accessori), lucidatura di parti cromate o verniciate. Le autovetture d’epoca erano costruite con lamiere molto meno tecnologiche rispetto a quelle che vengono utilizzate oggi. Venivano impiegati materiali meno resistenti alla corrosione, così le parti più esposte, come fondi e passaruota, si deterioravano con facilità, sviluppando dapprima la ruggine e poi, se trascurati, veri buchi nella lamiera.

Come si procede per prendersi cura della carrozzeria

Non a caso una delle primissime cose che deve essere controllata quando si valuta l’acquisto di un’auto d’epoca (per la quale sia necessario il restauro della carrozzeria) è lo stato di conservazione dei fondi. Se deteriorati dovranno essere sostituiti, in quanto tra le componenti essenziali per la sicurezza del veicolo. L’analisi dei fondi è fondamentale, anche perché fornisce una valida indicazione di quelle che probabilmente saranno le condizioni delle lamiere. Anche nei punti meno accessibili o coperti da vernice, facendo quindi da “spia” delle condizioni generali dell’auto. Se, nella peggiore delle ipotesi, l’autovettura presenta grosse ammaccature (o peggio, gravi danni alla carrozzeria per fenomeni di corrosione) bisogna ponderare attentamente la situazione. In generale è sempre preferibile cercare di recuperare le lamiere originali attraverso costose opere di lattoneria. Ma quando salvare i pezzi originali diviene infattibile, per i costi di ripristino o perché non si riescono a garantire le condizioni di sicurezza dell’auto, purtroppo si deve ricorrere a parti di ricambio. Fino a una ventina d’anni fa, quando c’era una cultura del restauro diversa rispetto ad oggi, ed anche le auto non avevano raggiunto le quotazioni attuali, restaurare profondamente era altrettanto profondamente anti-economico. Un restauro a regola d’arte veniva affrontato solo a fronte di passione, o meglio di amore disinteressato per la propria amata quattroruote. Facevano eccezione i collezionisti più importanti che non badavano a spese per riportare all’antico splendore i loro pezzi pregiati. Succedeva allora che si faceva ampio ricorso allo stucco, quando non addirittura a materiali di fortuna.

Come è cambiato il restauro oggi

Ebbene sì, non di rado, denudando un’anziana quattroruote, durante il restauro della carrozzeria poteva capitare di imbattersi, tra le lamiere consumate dalla ruggine, in cartapesta, piombo, ritagli di lamiera provenienti da vecchi bidoni. Insomma, la fiera dell’accrocco! Oggi per fortuna queste brutte abitudini sono un lontano ricordo anche nei restauri più economici. Lo stucco, a parte quel velo strettamente necessario per la rasatura pre-verniciatura, non solo è sconsigliato, ma è considerato universalmente un delitto. Il reperimento delle parti di ricambio pone poi ulteriori problemi da affrontare. Acquistare riproduzioni fedeli all’originale, ma che spesso non si adattano facilmente al resto della carrozzeria? Oppure mettersi alla laboriosa e paziente ricerca di parti originali che possono provenire da auto donatrici? O invece da vecchi, ma costosissimi fondi di magazzino, i mitologici pezzi NOS (New Old Stock)? I primi sono certamente più economici, ma il purista potrebbe rifuggirli in quanto non originali e quindi penalizzanti la qualità del restauro. Ciò porta a mancare la coevità delle parti. I secondi invece, oltre all’aspetto economico, presentano la difficoltà del non sempre facile reperimento, con possibili importanti rallentamenti nelle fasi di restauro dell’auto. Ma queste sono scelte personali, insomma a te l’ardua sentenza!

Cosa fare allora per il corretto restauro?

Arrivati fin qui, direi che risulta evidente la delicatezza e la complessità di un restauro della carrozzeria (e non abbiamo tirato in ballo la verniciatura). Quindi probabilmente avrai abbandonata l’idea di trasformare il garage di casa in officina, tra l’altro con importanti ritorni anche in termini di stabilità familiare! A questo punto, non ti rimane che affidare la tua amata (auto n.d.r.) alla cura di mani esperte. E magari divertirti a seguire con maggiore competenza tutti i passaggi che la riporteranno ai vecchi fasti.

Segue…

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